Una regola fondamentale che bisogna sempre rispettare afferma “Una buona compagnia non è un buon investimento che il prezzo che paghiamo per l’azione è molto elevato”. Bisogna anche fare attenzione, come sempre d’altronde, all’aspetto psicologico e al fatto che più un’azione sale, più può entrare dentro di noi il presentimento che potrebbe scendere. E’ anche vero però che un’altra legge fondamentale ci diche che i più grandi guadagni e quindi risultati in termini azionari, crescano molto lentamente. Il prezzo gioca un ruolo fondamentale anche in queste situazioni. Le azioni valgono la pena di essere comprate quando il prezzo è ragionabile, quando il loro P/E (price/earning) va al di sopra di 25 o 30, le probabilità che che questa crescita sia esclusivamente per un buon valore sottostante dell’impresa e non per una bolla speculativa o per false informazioni, cominciano a risorgersi contro.
Statistiche
Risulta essere vero che noi diciamo che in termini di analisi tecnica, non è sempre vero che quello che succede in passato accadrà anche in futuro, ma in termini statistici, di analisi di dati aziendali, è opportuno analizzare e visionare delle ricerche e delle analisi che sono state fatte in passato. La prima analisi evidenzia che solo 8 delle 150 grandi compagnie incluse nella lista di Forbes, durante il periodo che va dal 1960 al 2000 è riuscito ad aumentare i loro earning con una media annua del 15 % per due decenni. Un’altra ricerca sottolinea che solo il 10 % delle compagnie americane ha aumentato i loro guadagni del 20 % per almeno 5 anni consecutivi e solo il 3 % è riuscito a far crescere i loro guadagni del 20 % per almeno 10 anni.
Conferme
I dati che nel paragrafo precedente abbiamo elencato, sottolineano gli aspetti negativi delle grandi società e in fin dei conti questo conferma cosa abbiamo sempre detto secondo la teoria del value investing. Bisogna preferire società non popolari, quelle che attualmente sono sconosciute ma che non il tempo potrebbero diventare grandi colossi mondiali. Ma gli acquisti possono avvenire anche per grandi società, che dopo aver affrontato grandi periodi di crisi, hanno le basi per potersi riprendere ma che per la massa sono sempre in crisi. Per esempio, se una buona compagnia viene colpita da uno scandalo, che può essere per giudiziario, immediatamente il danno farà scendere il prezzo a livelli minimi ma è proprio quei livelli che un buon investitore decide di acquistare l’azienda, perché innanzitutto il prezzo vale la candela e anche perché il danno è stato ad alcuni dirigente ma non alla gestione dell’impresa.
Conclusioni
In conclusione, quindi non c’è un motivo per cui, molte volte le aziende di piccole dimensioni fanno meglio di quelle di grandi dimensioni, ma sicuramente questo segue la teoria del value investing, cercare di trovare novità, business vincenti, che con il tempo diventeranno grandi leader e che al momento giusto un buon investitore riesce a non affezionarsi più e riesce a venderle. Inoltre è importante riuscire a dare una spiegazione ai fattori anomali di mercato e riuscire a dare loro delle cause.