In maniera abbastanza semplicistica si può affermare che il rating è un indicatore che permette di valutare, in modo approssimativo, il livello di sicurezza di uno strumento finanziario, per cui in senso lato questo discorso può essere traslato anche sui conti deposito.
Più un rating è elevato e maggiore è il livello di sicurezza che lo accompagna, anche se nella storia della finanzia non sono mancati casi in cui rating elevati sono stati attribuiti a società che erano ad un passo dal fallimento. Per cui viene naturale domandarsi se è utile guardare il rating di uno strumento finanziario prima di operare una scelta, e la risposta è affermativa ma solo nel caso venga considerato alla luce anche di altri fattori.
Come viene attribuito il rating ai conti deposito o agli altri strumenti finanziari?
Il rating viene stabilito da agenzie che dovrebbero essere indipendenti dalle varie società legate al mondo della finanza (dove il condizionale è di obbligo perché nella pratica appartengono a grandi società di investimento) che, considerando una serie di fattori, decidono il livello di rischio collegato a un dato strumento finanziario.
Tra i parametri considerati per le banche ad esempio ci sono: il patrimonio (al netto delle passività) di cui è dotato l’istituto di credito, la sua esposizione debitoria, ma anche il rating dello Stato in cui operano le banche stesse.
I conti deposito rappresentano a loro volta, al pari delle obbligazioni, un “debito”, perché le banche utilizzano il denaro presente sui conti deposito dei propri clienti, per garantirsi un certo grado di liquidità, ed in cambio di questo “servizio” garantiscono un certo tasso di interesse.
Questo spiega perché nei periodi in cui c’è poca liquidità proliferano le proposte di conti deposito con tassi di interesse particolarmente elevati, mentre quando la disponibilità di liquidi è elevata le banche ridimensionano il costo legato ai tassi di interesse stessi.
Ora la natura particolare di questi strumenti finanziari fa sì che le agenzie di rating non attribuiscano dei rating diretti alle varie tipologie di conto deposito, ma lo facciano in modo indiretto, attribuendo il rating stesso alla banca a cui appartengono. Quindi se si vuole considerare il grado di sicurezza di un conto deposito, sempre in chiave di rating, bisogna guardare a quello che è stato attribuito alla banca stessa senza trascurare anche l’outlook che è un giudizio sulle prospettive future (ovvero come potrà evolvere la situazione).
La differenza tra i vari tipi di rating
Ci sono tre agenzie di rating, che sono la Fitch (l’unica di origine europea), la Standard & Poors e la Moody’s (entrambe americane), e ciascuna adotta una propria scala di rating, anche se le differenze si riproducono solo sull’uso dei caratteri adottati:
Fitch adotta le lettere maiuscole dalla A alla F (il rating più elevato è AAA, poi AA, A, BBB, e così via);
S&P adotta le lettere maiuscole accompagnate spesso dai segni + o -, che va dalla AAA alla D (che sta per default);
Moody’s adotta una combinazione di lettere maiuscole e minuscole e numeri, che partono da Aaa (che corrisponde a AAA per le altre due) e fino alla lettera C.
Alcune banche hanno giudizi di rating da parte di più società, mentre altre da parte di una sola: questo dipende dal fatto che le agenzie di rating offrono il loro servizio a pagamento, per cui tale giudizio rappresenta un costo per le banche.
Per tutte e tre le agenzie inoltre l’outlook può essere stabile (nessun cambiamento all’orizzonte), positivo (per il futuro si prevede un possibile miglioramento), o negativo (probabile peggioramento), e si riferisce sia a prospettive di medio che di breve o lungo termine.
Cosa considerare per capire il rating di un conto deposito
Quindi se si vuole comprendere il rating del conto deposito al quale si è interessati bisogna considerare i seguenti aspetti
se il conto deposito è libero o vincolato
il rating della banca
l’outlook con riferimento alla durata del vincolo
Sicuramente tutti vorrebbero un conto deposito con rating AAA (o Aaa) ma in pratica, specialmente in Italia che negli ultimi anni ha visto progressivamente abbassare il rating dei suoi titoli di Stato, un rating BBB- può essere considerato più che soddisfacente